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Piste ciclabili, un po' di chiarezza

  • emanuelearonne
  • 16 apr 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 5 feb

Uno degli interventi più controversi che si stanno realizzando con il PNRR sono certamente le piste ciclabili.

Nel leggere sia gli articoli dei giornali, sia alcuni commenti social, ho notato che c’è tanta confusione, sia sui progetti, sia su cosa si sta realizzando.

Facciamo una doverosa premessa, senza piste ciclabili non si accedeva a molte linee di finanziamento del PNRR, ed aggiungo correttamente.

Non a caso 16 febbraio 2023 il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione sullo sviluppo di una strategia europea per la mobilità ciclistica attraverso cui si incarica la Commissione europea di raddoppiare il numero di chilometri percorsi in bicicletta in Europa entro il 2030.

La risoluzione non è vincolante, ma ha rilevante peso politico, e definisce un piano d’azione teso a sviluppare un maggior numero di infrastrutture ciclabili e favorire la produzione in Europa di biciclette e del suo indotto, riconoscendo a questo mezzo un ruolo chiave nel raggiungimento degli Obiettivi di Sostenibilità dell’Agenda 2030.

Fino a qualche tempo fa la città di Viterbo aveva l’alibi perfetto per non dotarsi di piste ciclabili, “è tutta salite e discese”, alibi crollato con l’avvento delle biciclette a pedalata assistita che di fatto annullano tutti i dislivelli; di fatto siamo più vicini ad uno scooter che ad una bicicletta, con il vantaggio non da poco che non inquinano e fanno bene alla salute.

Ho chiarissimo che questo cambiamento non piace alla maggior parte delle persone di oggi ma sono altresì convinto che, se vogliamo preparare un mondo migliore per chi verrà dopo di noi, dobbiamo cominciare subito, il pianeta ci sta chiaramente dicendo che non c’è più tempo.

Inoltre Viterbo è una città che ha delle criticità non sostenibili nel medio periodo.

Il dato di 79 auto ogni 100 abitanti che ci pone agli ultimi posti in Italia è veramente insostenibile, specie per una città con centro storico medioevale.

Come pensiamo di risolvere i problemi di mobilità e di traffico se non cominciamo a ragionare sul fatto che, almeno una seppur piccola parte dei cittadini, debba spostarsi in modo diverso?

Le automobili si sono impossessate della città, è statisticamente provato che non generano economia nei centri storici, inquinano, determinano stress ma sono tanto (troppo) comode.

Tornando ai progetti, i finanziamenti furono (correttamente) richiesti dalla precedente amministrazione e, a parte qualche modifica come l’esclusione della rotonda dell’Ipercoop, sono rimasti quasi invariati.

Altro fattore fondamentale è che questi percorsi dedicati sono anche un importante sistema di abbattimento barriere architettoniche, questione sempre troppo sottovalutata.

Non le usa nessuno! Questo ogni tanto si sente dire.

FALSO! Premesso che non sono terminate perché la realizzazione deve essere armonizzata con l’incedere di altri cantieri, vedo sempre più spesso ciclisti ed anche pedoni utilizzarle (su questo spiego in seguito che è possibile) ed infine, basta guardare le statistiche delle altre città per comprendere che ci vuole comunque tempo affinche certi cambiamenti attecchiscano all’interno del tessuto sociale.

Vero è che chiunque ha provato la bicicletta elettrica l’ha trasformata in un’opzione di trasporto.

A tale proposito è stato realizzato, e presto sarà attivo, anche un servizio di bike-sharing che permetterà di noleggiare biciclette elettriche a poco o, per chi ne possiede una, di avere postazioni di ricarica sparse per la città.

Facciamo quindi chiarezza a livello normativo/esplicativo tra ciclopedonali, ciclovie e ciclabili perché credo che valga la pena spiegare le differenze tra queste tre tipologie di percorsi, ma anche sulle modalità di fruizione da parte dei ciclisti.

Prima di tutto, cos’è un percorso ciclopedonale?

Per percorso ciclopedonale si intende un itinerario pedonale in cui è consentito il passaggio delle biciclette.

In pratica una pista ciclopedonale è un luogo che nasce per i pedoni in cui però è consentito il transito delle biciclette. Attenzione: il ciclista è subordinato al diritto del pedone quindi potrebbe essere costretto a scendere dal mezzo nel caso in cui dovesse arrecare intralcio al passaggio del pedone. Nella fattispecie “la circolazione del velocipede sarebbe oggettiva fonte di rischio per il pedone” (articolo 182 comma 4 del D.M. 30/04/1992 n°285).

Questa tipologia è, per esempio, quella che abbiamo al Carmine dove c’e la famosa curva a 90 gradi, questione per la quale rimando volentieri ad altro articolo.

I percorsi ciclopedonali possono essere realizzati anche nel caso in cui l’ampiezza della carreggiata stradale o il ridotto traffico ciclistico non consentono la realizzazione di specifiche piste ciclabili, oppure nel caso in cui i percorsi ciclopedonali diventano necessari per dare continuità alla rete degli itinerari ciclabili.

Quindi un percorso ciclopedonale non è una pista riservata, ma un percorso promiscuo e quindi “non esclusivo”.

Fatta questa doverosa premessa, arriviamo a definire sia ciclabili che ciclovie che sono a tutti gli effetti percorsi riservati alle biciclette.

La pista ciclabile, in linea di principio rappresenta il massimo grado di protezione per il ciclista.

Ovviamente il ciclista si muove più in generale in tutte le strade che gli sono consentite anche con fattori di protezione non sempre ottimali.

Quindi bisogna individuare un itinerario nella quale il ciclista trova delle infrastrutture che gli rendono la percorrenza più agevole anche se non totalmente sicura.

Questi itinerari sono chiamati ciclovie che in pratica sono percorsi adatti al ciclista. Riassumendo: Percorso protetto = Pista ciclabile e Itinerario per bici=ciclovia.

Inoltre per pista ciclabile si intende il tracciato che è ad uso esclusivo del ciclista e quindi il pedone non può utilizzarlo, a meno che non rappresenti l’unico tracciato sicuro per il pedone (se non esiste alcun marciapiede) oppure se il marciapiede è ostruito da un ostacolo.

La ciclovia potremmo definirla un’estensione a tutti gli effetti delle ciclabili.

Rimango convinto che quella delle ciclabili sia una sfida che questa città non può permettersi di mancare, che le future generazioni dovranno avere le condizioni per considerare la bicicletta come un’alternativa valida di spostamento, che sia necessario superare gli egoismi della comodità oggi per garantirci un futuro domani.

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