Fontanasfera
- emanuelearonne
- 16 apr 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 feb
Quella di Fontanasfera è una storia alla quale, ahimè, sono particolarmente legato.
Era il lontano 2006 quando nella mia prima esperienza politica da Consigliere di Circoscrizione mi interessai della fontana, un’opera da poco realizzata e già in stato di abbandono. (articolo)
Parliamo di un’opera meravigliosa realizzata nel lontano 1992, forse troppo moderna e ambiziosa per quel tempo, abbandonata e mai vaolrizzata nonostante le continue promesse dei politici di turno.
Ideatore dell’opera il maestro Claudio Capotondi, uno scultore nato a Tarquinia nel 1937, e che ha vissuto e lavorato tra Roma e New York.
L’artista risiede ora a Tarquinia dove ha l’atelier, ed ha vissuto a Pietrasanta, città vicina alle cave di marmo carraresi.
Ad oggi, Capotondi ha creato diciannove opere d’arte pubblica in giro per l’Italia, gli Stati Uniti, il Giappone e la Libia, tenendo inoltre mostre monografiche tra Roma, Firenze, Torino, Carrara, Bari, New York, Parigi e la Finlandia, nonché esponendo in mostre collettive in tutto il mondo.
Nel 2000, ha ricevuto il Michelangelo Award dalla città di Carrara.
Ma torniamo all’opera, Fontanasfera, le cui forme strizzano l’occhio all’allora nascente movimento decostruttivista e contrastano l’idea di monumentalità tipica delle fontane.
Tale linguaggio è stato calato su una città che certamente non era pronta a comprenderne la forza creativa ed espressiva.
Purtroppo non si è mai deciso seriamente di valorizzarla come avrebbe meritato.
Oggi l’amministrazione ha inserito il ripristino della fontana all’interno dei lavori PNRR della piscina comunale, della quale diventerà parte integrante.
Con il maestro sto ragionando sui lavori da fare, su come adeguare gli impianti ormai inservibili e ripristinare l’antico splendore della sfera in marmo che, una improvvida sabbiatura, ha rovinato.
E’ un percorso che aggiornerò strada facendo, non voglio che ancora una volta i buoni propositi sulla fontana restino tali.
Quell’opera merita di tornare a vivere nella speranza che, dopo anni di cecità, anche i cittadini provino a vederne la bellezza e l’eleganza.
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